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La gipsoteca del Cervietti
Oggi siamo passati allo studio di scultura di Franco Cervietti, tra i laboratori di marmo più famosi di Pietrasanta, fondato dal padre Danilo nel 1962. Lo studio possiede una delle collezioni di gessi più ricche d’Italia tra i quali molti calchi originali di Michelangelo, Bernini e Canova.
Entrando ho trovato innanzitutto numerose riproduzioni di Diana che tiene il suo animale prediletto per le corna. Oltre al fatto che Diana è una dea meravigliosa, il piccolo cervo che tiene tra le mani mi ha riportato al nome del titolare”cervietti”, risolvendo che è un’immagine di benvenuto perfetta per la galleria. Addentrandosi nel tour è stato anche divertente vedere i soggetti che venivano richiesti maggiormente dai committenti del novecento ammassati in un accumulo di madonnine accoglienti e in preghiera, di testine di bambini e di fanciulle ignude o velate
Girando per questa enorme gipsoteca, che si trova ai piani alti all’interno del laboratorio di scultura, si va a caccia di rarità e si può incappare in pezzi inaspettati, come ad esempio questa meravigliosa Leda e il cigno, nascosta in un angolo quasi irraggiungibile che dopo tanto cercare sembrava dirti -bravo, ecco il tuo premio!
ma la cosa più divertente è stata intravedere l’interazione dei modelli impolverati col vicinato
ad esempio qui sopra ho assistito al dialogo fra i sensi e l’algida ragione
e qui una signorina è inquietata dal linguaggio scurrile dell’interlocutore
qua invece ho trovato il David di Donatello un po’ preoccupato dalla malizia delle tre grazie, e qui sotto infine, tutti sono contenti per l’incoronazione di una di loro
e anche io, che a forza di girare mi ero un po’ perso e finalmente ho ritrovato l’amico Lorenzo
di questo inverno
ieri sera da lorenzo
lorenzo vignoli exhibition 2011. martignana po
“Prima l’avvicinamento a piccoli passi, la frattura dell’impenetrabilità del marmo, poi l’attesa paziente, lunga tutta la giornata di lavoro, dei tagli radenti di luce che ti permettono di produrre un’accelerazione formidabile, e che chiedono però che tu sia lì, “caldo”, pronto al tramonto a intercettare quell’indicazione fulminea che ti schiude una traiettoria di possibilità sino a quel momento invisibile.”
di Andrea Dusio