Questi lavori, ormai è una tradizione, li faccio per i matrimoni. Gli alveari sono casa e famiglia costruiti con dedizione, ventre materno. Modulari, si sviluppano in forme lievemente diverse. Possono sorgere ovunque, dove c’è un po’ di riparo e un po’ di sole, e alcuni più selvaggi e istantanei in luoghi effimeri: appesi alle graminacee nel campo o a un oggetto provvisorio. Il senso di pericolo ce li fa evitare ma ne ammiriamo l’istintiva cristallina geometria appena ne teniamo uno in mano.
A volte sento un suo costruttore avventarsi a rosicchiare il legno della mia finestra, come faceva ritualmente Ligabue quando impastava con la bocca la malta scultorea, e saluto tra sganasciate il piccolo muratore volante, con l’antinfortunistica a strisce, rubare un altro mattoncino.