I corridoi delle crisalidi

Ho passato una notte di veglia, ospite nei corridoi del pronto soccorso cittadino, come biglietto di viaggio avevo la flebo ..

Tale a lapilli, avvolti dalla penombra, le storie dei presenti si raccontavano libere.

L’alta intensità con cui apparivano, i cambi di scena continui, le sovrapposizioni di numeri di posti letto, tutto si mostrava come un grande spettacolo

Non sono gli inferi quei luoghi dove la luce favilla nel buio?

Ieri notte, venerdì 17 febbraio, nella città dove si festeggia il carnevale, comparivano tutti gli eccessi più colorati: giovani lucignoli mezzi ignudi con cocktail di droghe oracolari, ex sposi già vecchi che si ritrovavano vicini di letto, e poi sogni deliranti, sproloqui, scene egoiche, transfert, drammi infiniti e tutti i possibili registri psicologici brulicanti, in scena, sul linoleum elettrosaldato dell’ospedale.

Tutte queste storie, assurde, irreali (ma reali), ossessive, e straordinarie infine avevano un contenitore, un ospitale; oltre al fatto che pure gli infermieri erano intrattenuti dal baccano, tutto questo mi ha fatto ricordare due cose:

Una è che l’ospedale per sua natura e vocazione ospita le miserie: malattie, incidenti, insanita e tutte quelle cose che uno non vorrebbe. Misericordia è stata forse il suo primo nome, che letteralmente significa ricorda i miseri, i bisognosi. E la miseria a noi cosa ricorda? ci fa paura in primis, la rifuggiamo, ma poi? se siamo costretti a doverla guardare? Sicuramente ci parlerà, e probabilmente ha un importante racconto nel buio che aspetta di rivelarsi, sulla via della salute. Un’altra memoria sopraggiunta sono i pensieri di Mario Tobino di “Le libere donne di Magliano”, dove il poeta e direttore del nosocomio ante psicofarmaci, incanta e mostra come in quel luogo anche le follie più reiette, avessero uno spazio dove esprimersi.

L’ospedale ieri notte era per me un teatro greco dove le miserie dell’uomo venivano accolte e curate, e ognuna delle 30 comparse a loro insaputa era un cantastorie picaresco che merita il mio ringraziamento per aver parlato di se e passato una notte di crisi assieme.

La Costituzione ferma le Sirene

Art1. L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Quando nel 2012 Benigni nello spettacolo “La più bella del mondo” spiega l’articolo 1° della Costituzione, svela a tutti noi, tramite una celebre immagine epica, la forza disarmante che possiede la Costituzione italiana contro tutti i totalitarismi.

Al sesto minuto del video, Benigni ricorda che ” Hitler stesso ricevette il potere dal popolo, che lo elesse, perché il popolo tramite le propagande può trovare qualcuno che lo fa bere e lo ubriaca. Vuol dire che il popolo può impazzire, e questo testo, la Costituzione, è scritto da persone sobrie per andare a rileggerlo quando si ubriacano. Questo è !! Il popolo sovrano si fa legare alla Costituzione, dove ci sono dei principi meravigliosi, per non farsi ubriacare. Vi faccio un esempio: Ulisse, quando passa dalle sirene che lo vogliono ghermire, se acconsentisse verrebbe ucciso, allora si fa legare. Eppure è lui il comandante supremo, e come noi, popolo, siamo noi che comandiamo e abbiamo detto alla Costituzione – Legami ! Non mi sciogliere per nessun motivo al mondo, nemmeno se io scalpito. Allora noi siamo legati alla Costituzione, e quando arrivano le sirene, questi che fanno la politica della paura e vanno a toccare le nostre parti più rozze ci vogliono far tornare nel buio della storia. Noi ad un certo punto ubriachi diciamo – siii!! mi piace, slegatemi, su slegatemi!! Ma nessuno ci può slegare perché l’abbiamo ordinato noi, quando eravamo sobri, di non essere slegati. La vera democrazia sono questi Principi che il popolo si è dato quando era sobrio, sano, giusto, splendido e bello “.

La Costituzione Italiana del 1948 non prevede lo “stato di emergenza”, così come previsto – ad esempio – dall’art. 48 della Costituzione di Weimar, dall’art. 116 della Costituzione spagnola, dall’art. 48 della Costituzione ungherese, dall’art. 19 della Costituzione portoghese e dall’art. 16 della Costituzione francese. Lo stato di emergenza in cui siamo da due anni ha sospeso di fatto l’ordine costituzionale, cioè ci ha slegato dal “palo” della Costituzione per permettere misure straordinarie. Bisogna tuttavia essere consapevoli del bisogno di tornare al più presto al suo ordine contro le sirene.