Il tempo di Rick

Rick Rojnic lo conosco dal 2004, la prima volta che lo vidi lo abbracciai con gioia, mi sembrò di incontrare Goya atterrato nel nostro tempo.

Rick disegna e dipinge ininterrottamente. Disegna su tutto e vede forme reinventandole continuamente.

Sprigiona oggetti, cose e persone immediatamente, come una stampante rapidissima le fa apparire su superfici piatte, sull’ordito della tela o a pelo di roccia.

Ultimamente fa apparire sculture tridimensionali disegnando su scaglie, sassi e blocchi sfaccettati di marmo, onice e macigni informi che raccoglie nei laboratori di Pietrasanta.

Proprio parlando di Pietrasanta e della sua tradizione della statuaria nelle piazze, abbiamo immaginato una mostra creata portando sul suolo grandi menir e dolem dipinti da Rojnic direttamente nelle cave, tra i poggi lunari di pietra, issandoli poi nella città. Pietrasanta, che tramite la lavorazione dei materiali nobili come marmo e bronzo ha costruito la sua grande bellezza e fortuna.

Quello che vorremmo fare è scegliere la cava che può ospitare il progetto. Filmando tutto ad alto livello, in modo suggestivo, partendo con le luci dell’alba e della rugiada, arrivando fino al crepuscolo, e vedere comparire l’opera con lo scorrere dell’inchiostro. Riprendendo l’intero intervento di Rick, dalla scelta della tela cristallina, fino all’evidenza delle forme nascoste nella pietra e la posa dell’opera sul suolo civile. Un’intervento rapidissimo e ricco di sorpresa.

il mulino mistico familiare

Il mulino “mistico familiare” farà parte di una installazione alle limonaie di Villa Reale di Lucca, dal 7 al 15 maggio, insieme a dei preziosi chicchi di grano che il pubblico potrà macinare dal vivo, inserendoli piano piano nel corridore che li frangerà portandoli a farina. L’installazione interagendo con il pubblico ambisce tramite il contatto diretto alla promozione di interrogativi e pratiche sull’autoproduzione e autopromozione sociale.

Non conosco la tradizione iconografica e simbolica del mulino raffigurato nelle cattedrali e presente anche nel presepe, ma intuisco che la sua funzione così basilare per il sostentamento della vita, per il nutrimento del corpo, trasformatore dei cereali in farina, abbia sempre avuto una valenza simbolica di grande rilevanza.

Personalmente sono arrivato alla scultura del mulino indotto da una spinta, una richiesta nata all’interno di un gruppo di amici, dove ci interrogavamo sulla nostra dipendenza dal sistema in cui siamo inesorabilmente immersi. Dopo due anni di restrizioni sociali ci rendevamo conto di quanto poca indipendenza e di quanto poca autosufficienza godiamo effettivamente, così andando a ritroso e scandagliando le necessità primarie dell’uomo è arrivata l’idea del mulino, una delle invenzioni storiche fondamentali, un’ idea preistorica e ancestrale nata da pestello e mortaio.

“Ogni guru è una trappola. Ogni leader è un tiranno. Ogni maestro confonde. La malattia del secolo si chiama ‘dipendenza”. È ridotta a una debole luce il contatto con la propria anima. Se fossimo in contatto con il nostro cuore profondo, cioè il luogo reale dello spirito, non accetteremmo nessun leader, nessun maestro, nessun guru. Saremmo
indipendenti. Svegli. Vigili. Autonomi e non automi.”
J. Krishnamurti

Sculture rubate

BAGNANTI
2019, marmo bianco di Carrara Canaloni, 60 x 35 x 30 cm

Nel mese di Febbraio la mia scultura “bagnanti”, raffigurante una coppia immersa nella vasca da bagno è sparita, rubata da qualcuno. Con lei è stata portata via anche un’altra in gesso di minor valore, che stava a distanza di qualche metro sempre nel giardino. Le sculture non erano enormi e non si notavano molto se non si guardava attentamente tutto il prato. Tuttavia non erano nemmeno così facili da portare via, perché pesavano svariate decine di chili.

Forse i ladri erano in due e possedevano una macchina o almeno un trabiccolo dove caricarle. Probabilmente frequentavano l’ambiente limitrofo, forse erano giardinieri o qualcosa di simile, oppure niente di tutto ciò. Magari il ladro è un insospettabile, un cleptomane che ruba per rubare oppure un efferato faccendiere che sa come vendere anche un sasso. Chissà chi è ?? Mi piacerebbe un giorno conoscere la storia di come è andato il furto.

Non è la prima volta che rubano una mia scultura purtroppo.

Sempre in Toscana sotto il mare dell’isola d’Elba, commissionata da Elisa Savoia, era stata depositata nel 2010, adagiandola in mezzo a una nuova barriera corallina, una scultura dedicata a Paolo Rigo, un maestro della subacquea mantovana. Il lavoro, di un peso esatto per non essere spazzato via dalle maree, era stato calato nelle acque usando dei palloni ingegnerizzati e depositato sul fondale. Un giorno Elisa inabissandosi per l’annuale pulizia dell’opera, scoprì con gran dolore che la scultura era stata rubata!

“a Paolo” – 2010, marmo bianco di Carrara, 70x30x25cm

Ancora oggi trovo strano e altamente improbabile che una scultura venga rubata eppure l’esperienza mi dice diversamente.. La cosa più incredibile sarebbe se un giorno tornassero indietro insieme al racconto di cosa gli è accaduto in questo tempo, chissà ..

GERRY

Questa piccola scultura è dedicata a Gerry, un amico , una persona buona, un piccolo Pan, un contadino della foresta: – Gerry sei andato via, eppure vedo ancora i tuoi piedi nell’erba, ancora tocchi la natura con dono. L’aglio sulle piante contro i parassiti, la vanga e la cariola per fare i poggi, il bambù che batte gli ulivi. Tutto nella natura è bello per te, anche la carogna di un gatto morto, che prendi con le mani nude e lo sotterri insieme a un sorriso.

RIP Gerry

Gesso patinato, 40 x 15 x 8 cm, inserti in metallo di Kallamity

5 Dad

Ad oggi sono già 5 le settimane trascorse in didattica a distanza e abbiamo prodotto già molto nelle singole classi, scoprendo che le modalità della clausura forzata ci tengono molto impegnati

Una cosa divertente è stata trovare materiali alternativi per eludere le ristrettezze della quarantena e così un po’ per gioco e un po’ per necessità sono usciti questi 5 laboratori :

1º – calamita in pasta di sale

Abbiamo creato con la pasta di sale e una calamita una decorazione per il frigorifero

2º – tassello periodico

Abbiamo progettato un tassello a forma di losanga con cui pavimentare una superficie piana

3º – decorazione su maglia semiregolare

Scelta una configurazione semiregolare abbiamo disegnato sulla maglia creando una decorazione continua

4º – trasfigurazione

Scelta un’immagine, ne abbiamo tratto un disegno cieco, cioè l’abbiamo disegnata senza guardare il foglio, poi lo abbiamo ridefinito mantenendo le deformazioni in mix media

5º – icona speziale

Abbiamo ricreato una icona sacra in pasta di sale decorandola di fiori e spezie

Il lockdown può essere un momento irripetibile, non sappiamo veramente come stanno le cose, questa sete di definizioni ci può far ammattire più che sollevare. Incontrare noi stessi è la cosa più vera che possiamo esperire, mettere in atto, e possiamo farlo per diverse vie.. quella creativa è forse quella più dolce di tutte

Athina

Lo aspettavo da sempre, e le aspettative erano talmente lievitate che per timore di sbagliare tutto avrei rimandato ancora una volta…e invece sì, sono ad Atene

Una colata infinita di cemento con i vetri delle case che formano un’immenso tappeto di paillettes. Inaspettatamente mi ricorda Tel Aviv, località che frequento da ben dodici anni. Tessuto urbano medio orientale, palazzi sgarrupati, locali affollati e il caldo; come Tel Aviv le blatte, la tahini e la lingua con caratteri che non conosco. Diversamente qui non c’è un conflitto armato con i paesi vicini e ci sono tanti ma tanti graffiti per strada, ogni saracinesca è pitturata, persino i gradini delle case e i pertugi

Corro però in cerca del classico, quello che ha decretato che il popolo greco è il più intelligente ed evoluto al mondo..

Insieme a 3 milioni di turisti sto girando intorno all’Acropoli, dannato perché non ho preso i biglietti online. A sorpresa allora decido di lasciare la fila per l’Acropoli e inizio quella più piccola e ridotta del suo museo.

Tra il museo e l’acropoli c’è una di quelle abitazioni cubiche che si vedono anche in Israele, ma qui a differenza sono avvolte e spazzate, complice il vento, dalle fronde degli alberi. Mi piacciono tantissimo queste casette e il contrasto che ottengono.

Ed eccoci con grande emozione al museo..

Appena entrati si trovano statuine minuscole di coccio, che già dimostrano con esempi grandi un pollice ritto la bravura e l’estro dei foggiatori.

ci sono poi negativi di calchi sempre in coccio, vasi e braceri elaborati..

..superate con incitamento della compagnia le curiosità iniziali, iniziano le vere e proprie meraviglie. Ecco che si apre allo sguardo l’incanto delle forme e delle idee per cui da un paio di millenni vogliamo tanto bene a questo popolo.

Si vedono ad un palmo di naso le sculture che decoravano l’interno dei timpani del primo Partenone del periodo arcaico, ora non più esistente, chiamato Hekatompedon; sono in calcare duro e non in marmo pario, stuccate e colorate.

Altro particolare, il frontone in angolo continua in una grande voluta e all’interno della sua spirale è inciso forse il motivo della felce, chiamata (Marco Pardini docet) “lingua cervina”, lo scolopendrium vulgare, che entra nell’arte figurativa per indicare vita, crescita e rinnovamento.

La spirale che si intravede in natura nelle piante, nei gorgogli d’acqua, si intravede anche nelle spire del serpente o nelle trecce delle cariatidi, e nel pelplo, in cui nelle pieghe serpeggia un chiaroscuro che fa vibrare l’intera superficie

Le meraviglie sono tante e con disciplina bisogna ponderare le energie; mi trovo ad appuntare in minuscolo le opere immergendomi con calma, cercando di decifrare qualcosa di più tramite il disegno, sino a dimenticare di prendere le foto di alcune, come mi succede per il Moscoforo e Atena Polias di cui riporto quelle del libro

Il Moscoforo è del VI sec. a.c. , il suo stile arcaico e severo mi inebria, forse non l’ho fotografato perché l’obiettivo del cellulare non gli rendeva giustizia, ma un’altro pezzo, incredibilmente spontaneo, bagnato dal chiaroscuro più delizioso, l’ho fotografato e microdisegnato. L’efebo di Crizio è bellissimo, la sua sensualità ti vince; ancora in stile severo, datato già dopo il 480 a.c.

Continuando, dopo tanta abbondanza, ancora alcuni pezzi che mi hanno colpito maggiormente: un manico in bronzo del 500 a.c. con preda e predatori perfettamente avvinghiati

Il volto di Afrodite, che grazie alle ciglia bronzee ha tatuato le lacrime sulle gote

Poi ancora e ancora meraviglie.. ma davvero alla fine del museo si trova il dulcis in fundo, l’Acroterio. L’elemento che decora il vertice dei templi antichi, composto alla base dalle foglie di acanto, che salgono nelle volute dello scolopendrium, e in fine reggono la palma specchiata che corona il tutto

Il giorno successivo il viaggio è approdato all’Acropoli dove queste opere stavano, ed è stato euforizzante vederla e calpestarla. Le proporzioni dell’architettura e la vista dall’alto mi portavano ad un sovreccitamento, in realtà tutte le persone sembravano lievemente elettrizzate dall’esperienza. Penso che eravamo invigoroti dalla vista dell’Acropoli che dall’alto tutto abbraccia e dalle speciali cornici che l’architetto greco aveva messo al cielo.

Il giorno dopo si salpava in fretta per Creta, con il dolce pensiero però che ad Atene presto ci saremmo tornati; ci aspetta il museo nazionale..

Σας βλέπουμε σύντομα

Farai fiorimenti ed ornamenti

Dal 3 febbraio al 10 marzo a Villa Bottini di Lucca, nel cinquecentenario della morte di Leonardo Da Vinci, sono esposte le opere degli allievi del Liceo artistico musicale Passaglia.

Anche quest’anno grazie all’invito del centro culturale del Compitese, il Liceo Passaglia entra in questa Villa splendida, di proporzioni e grazia ineguagliabili e nonostante il freddo da geloni ai piedi, partecipa con gioia e gratitudine.

Le opere prodotte dagli studenti hanno dell’incredibile, per la bellezza e la velocità con cui le hanno eseguite,  perché per fare le cose fatte bene occorre tanto tempo! Calcolando le ore a disposizione nei laboratori, mediamente di 5 ore a settimana, su tre mesi utili prima dell’evento, se ne ricava una settimana lavorativa di 8 ore al giorno. Parliamo di una sola settimana di lavoro!!

Anche per questo motivo molti professori preferiscono non partecipare a simili progetti, perché si corre il rischio di fare le cose fatte male e trascurare una buona trasmissione del sapere. . come dargli torto??! Pur tuttavia la qualità prodotta mi fa pensare che sarebbe stato un peccato non azzardare.

La cosa più sorprendente è il baleno, la velocità con cui dà un’idea abbozzata, da una proposta suggerita, il corpo della mostra ha preso forma.

Ci vuole molto lavoro per predisporre le strutture espositive e coordinare un gruppo così grande sullo stesso argomento. Eppure l’organismo scolastico policentrico, multiforme, difficile da coordinare ( il Passaglia ha tre sedi e quattro plessi in totale), ha il potere di avanzare e crescere con grande rapidità, dando ragione ai sistemi più evoluti, che Leonardo studiava prima di noi , quelli vegetali ad esempio o delle intelligenze di sciame, strutture che proprio perché divise in tante parti, ognuna sostituibile, ognuna dotata di diverse intelligenze, risultano essere più efficienti.

Qui vediamo l’installazione di un gruppo classe che reinterpreta la Vergine delle rocce di Leonardo come nascita del mondo o Big Bang sospeso. L’opera è stata “ultimata” durante l’inaugurazione con la performance di Nicola Fortuna che vi metteva al centro sassi sospesi in equilibrio.

Una composizione in continuo divenire in quanto ogni volta che i sassi cadono, uno studente, Giona, porta sempre una nuova tensione o una nuova quiete al suo interno.

Creare una installazione in cui diversi gruppi concorrono è stato difficile e snervante, perché diametralmente opposto al sistema piramidale a cui siamo abituati. La struttura a rete di cui stiamo parlando, ha impedito un controllo centrale e questo può essere disarmante ma ha portato ottimi frutti, rimanendo come unica strada praticabile quella di costruire per tentativi, forse il vero problem solving.



(..) Non è semplice creare un dialogo fra passato e presente, calarlo nella realtà dell'apprendimento, della scoperta, del fare artistico. Ancor più complesso se  l'interlocutore, così lontano nel tempo, è l'espressione del genio per eccellenza. Un confronto simile potrebbe intimorire, oppure far germogliare i semi di una creatività acerba ma straordinariamente vitale. La mostra delle opere degli allievi del Liceo artistico e musicale Passaglia ci racconta  un percorso, una scoperta che parte dallo studio delle opere e del lavoro di Leonardo da Vinci lasciando i ragazzi liberi di ispirarsi e creare, con i propri mezzi e con il proprio stile. (dal comunicato stampa di Paola Massone)
  

Alcuni lavori, forse quelli dal linguaggio più attuale, scherzano con il pubblico facendolo interagire tramite pop-up o qrcode, chiedendo una partecipazione attiva dello spettatore

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Leonardo diceva di non aver mai inventato nulla ma di aver sempre copiato osservando la natura, e forse le opere che hanno intrapreso questa strada sono per me le più emozionanti

Le persone da ringraziare per questo evento sono innumerevoli, e buona pratica è farlo anche con se stessi, grazie dude! e grazie a Marco Pardini, il naturopata, etnobotanico e tanto altro, che ha tenuto per noi una lezione ficiniana sulla simbologia dei fiori ritratti nella Vergine delle rocce.

Grazie al prof. Francesco Micheli per l’intrigante e affollata conferenza sul mistero di Leonardo scultore e ai professori del musicale Mirella di Vita, Francesco Ciampalini e Rosella Isola per le arie e i concerti dell’inaugurazione, grazie a Paola Massone per il comunicato stampa, grazie all’entusiasmante Anna Lagorio, grazie a Luca Nicolai per il laboratorio “questo non è un foglio” e a Nicola Fortuna per la performance da cardiopalma e grazie all’immancabile collante di tutto ciò, l’anima di Villa Bottini, il prof. Roberto Giorgetti! Poi ricordiamo la magistrale guida del prof. Giuliano Toma, la prof.ssa Marilena Sabbatini, la prof. Enrica Giannasi, il prof. Federico Baldassini, la prof.ssa Chiara Santarlasci, la prof.ssa Saveria Rizzo, e il prof. Michele Martinelli per il manifesto insieme allo studente Marco Milanesi, grazie al poliedrico prof. Domenico Troiani, al leggendario prof. Biagini, Luca Calabrese, Fabio Bagnatori, Giovanni Calleri e il gruppo di sostegno, grazie a quel tornado di Federico Pesci, Max Merler e Daniela Cappello, il DS Maria Pia Mencacci e la mia lady Nathalie Alony.. ma davvero grazie soprattutto ai veri fautori, grazie a tutti gli studenti..

“Da..A” il Liceo Artistico Passaglia a Villa Bottini

“Da..A” come Dare, come Dada o come da Me a Te. Ha inaugurato il 4 febbraio 2018 la mostra “Da..A” del Liceo Artistico Musicale Passaglia a villa Bottini, portando in scena un dialogo e confronto tra studenti e professori, ma anche tra operatori e fruitori. 

Entrando nella villa, all’inizio del percorso si è accolti da una duplice lavagna che invita il pubblico a scriverci sopra partecipando al gioco delle contrapposizioni, che è poi lo stesso con cui è stata concepita la mostra. Mettere assieme elementi affini e opposti: studenti e professori, vecchio e nuovo, serio e faceto; perché volendo rappresentarla, la scuola, bisogna utilizzare tutti i colori e questa sua estensione dal basso all’alto era per noi la meraviglia da raccontare.

Scultura della prof.ssa Musumeci in relazione alle copie studentesche da modello

  

Dal contrasto di stili e l’assonanza tra i vari si genera il dialogo e la lingua particolare che si parla al Liceo Artistico, un luogo dove ci si confronta e influenza a vicenda tramite pensiero e atto del fare, un luogo unico nel suo genere.

Dall’allestimento della mostra

 

Il meccanismo magico e caleidoscopico dell’atto creativo si propaga all’interno delle aule e dei laboratori artistici contagiando l’insieme e portando sempre nuovi frutti.

Due studi di ritratto guardano il disegno tutt’altro che accademico nel mezzo

Il pappagallo della maestra carrista Federica Lucchesi aleggia sopra i bozzetti dei suoi alunni

 

I bozzetti per costumi di carnevale e il pappagallo

 

Un costume di carnevale realizzato e indossato da un alunno

 

La mostra Da..A è formata da due ambienti principali: al piano nobile della villa sono esposti i lavori di disegno, scultura e design degli studenti del Liceo insieme ad alcune opere dei loro insegnanti, mentre nei sotterranei dell’edificio si trovano le opere dei professori in dialogo con i loro predecessori e una stanza per i lavori multimediali.

Teste e busti in cartapesta

Testa in terracotta e metallo di una studentessa e il mio bronzo del “metacavallo”

L’opera contemporanea di uno studente in contrapposizione con un modello classico

Opere presenti nei sotterranei della villa del prof. Giuliano Toma

 

Nell’insieme una mostra che ha cercato di rappresentare lo spazio scolastico e portarlo in scena per mostrarsi e ottenere maggior consapevolezza delle proprie potenzialità in relazione al bello.

L’opera matrice da cui ho ricavato il lab di alberi in ceramica

Alcuni alberi in ceramica degli studenti

 

Un lab creativo di sostegno con l’opera dell’insegnante C. Bellavista affiancata da quella dei suoi alunni

Io e il prof.Giorgetti alla conferenza con il dirigente scolastico

 

La mostra “Da..A” è stata ideata e organizzata oltre che da chi scrive, principalmente da due professori che è doveroso ricordare per il loro impegno e generosità: Roberto Giorgetti e Bianca Musumeci, cui devo un sentito ringraziamento; ed anche grazie ai professori Toma, Rizzo, Lucchesi, Bellavista, Troiani, Matteucci, Chelini (disc.scultoree) Landi, Nacci (disc.pittoriche) Marabotti e Guelfi (disc.multimediali) Pezzini e Aytano (ex docenti) che hanno con la loro partecipazione donato un particolare splendore all’evento espositivo.

La gipsoteca del Cervietti

Oggi siamo passati allo studio di scultura di Franco Cervietti, tra i laboratori di marmo più famosi di Pietrasanta, fondato dal padre Danilo nel 1962. Lo studio possiede una delle collezioni di gessi più ricche d’Italia tra i quali molti calchi originali di Michelangelo, Bernini e Canova. 

Entrando ho trovato innanzitutto numerose riproduzioni di Diana che tiene il suo animale prediletto per le corna. Oltre al fatto che Diana è una dea meravigliosa, il piccolo cervo che tiene tra le mani mi ha riportato al nome del titolare”cervietti”, risolvendo che è un’immagine di benvenuto perfetta per la galleria. Addentrandosi nel tour è stato anche divertente vedere i soggetti che venivano richiesti maggiormente dai committenti del novecento ammassati in un accumulo di madonnine accoglienti e in preghiera, di testine di bambini e di fanciulle ignude o velateGirando per questa enorme gipsoteca, che si trova ai piani alti all’interno del laboratorio di scultura, si va a caccia di rarità e si può incappare in pezzi inaspettati, come ad esempio questa meravigliosa Leda e il cigno, nascosta in un angolo quasi irraggiungibile che dopo tanto cercare sembrava dirti -bravo, ecco il tuo premio!ma la cosa più divertente è stata intravedere l’interazione dei modelli impolverati col vicinatoad esempio qui sopra ho assistito al dialogo fra i sensi e l’algida ragionee qui una signorina è inquietata dal linguaggio scurrile dell’interlocutore qua invece ho trovato il David di Donatello un po’ preoccupato dalla malizia delle tre grazie, e qui sotto infine, tutti sono contenti per l’incoronazione di una di loroe anche io, che a forza di girare mi ero un po’ perso e finalmente ho ritrovato l’amico Lorenzo